Laureato? Forse... ecco il curriculum pronto a tutto di Chiara Daina
CREMONA. "Ho tolto la laurea dal curriculum per trovare un lavoro". Mattia, 30 anni, di Cremona, dopo il liceo scientifico frequenta l'Università a Milano e nel 2006 si laurea in Lettere. Da allora, solo collaborazioni per brevi periodi con teatri, musei, archivi, biblioteche. Mai un contratto di lavoro. Così rinuncia a quello che gli piace fare e cerca un posto da operaio. Poi nella segreteria di un'azienda dolciaria. "Troppo qualificato" si sente rispondere di continuo. Adesso ha due curriculum - uno cita la laurea e l'altro la omette - che all'occorrenza diventano tre (sempre "in difetto" di competenze). "Se mi chiedono cosa ho fatto in tutti questi anni dopo il diploma, ormai mi vergogno e rispondo "solo lavoretti occasionali" confessa. "Conta di più avere un lavoro, qualsiasi, che non averlo, non tanto per i soldi ma per non sentirmi inutile". Omettere di avere conseguito la laurea è sempre più frequente, soprattutto al Nord. "Per impieghi di medio o basso profilo, come il commesso, l'agente di commercio o il cameriere" spiega Maurizio Crippa, dirigente della Cgil Nidil di Milano, "il datore di lavoro non investe su chi ha un titolo perché appena trova un posto più in sintonia con gli studi potrebbe mollare l'incarico o pretendere uno stipendio più alto". A Mattia di snellire il curriculum l'ha consigliato l'Informagiovani di Cremona, uno dei più attivi in Italia nell'orientamento al lavoro. "Chi è costretto a cancellare i titoli sono soprattutto le donne, con una laurea in Lettere, Sociologia, Comunicazione o Scienze politiche" spiega la responsabile Maria Carmen Russo, che racconta: "Molti ragazzi oggi sono così demotivati, che al posto loro vengono i genitori a chiedere se qualcosa si muove. Oppure arrivano gli over 40 e 50, disoccupati, imbarazzatissimi perché siamo un centro per i giovani". Al Centro e al Sud è un'altra storia. "Le aziende non storcono il naso se il ragazzo è laureato: il mercato del lavoro è ancora più fermo che al Nord e tutto fa brodo" dice Andrea Fusco, direttore del Centro impiego della Provincia di Roma. "Semmai" sottolinea Angelo Savio, segretario della Cgil Nidil di Napoli, "dopo la riforma Fornero c'è un abuso di contratti a progetto e di prestazioni in nero dopo una prima collaborazione regolare".
Fonte: Il Venerdì di Repubblica (5 lug 2013)