Piazza Prof. Enea Ferrari
26029 Soncino CR
Tel. 0374 83188
orario
l Museo Civico Archeologico "Aquaria" segue gli orari di apertura della Rocca Sforzesca
Orari: da martedì a venerdì: 10.00-12.00
Sabato10.00-13.00/15.00-19.00
Domenica e festivi : 10.00 - 13.00 e 14.30- 19.00
Chiusura settimanale: lunedì
Orari: da martedì a venerdì: 10.00-12.00
Sabato10.00-13.00/15.00-19.00
Domenica e festivi : 10.00 - 13.00 e 14.30- 19.00
Chiusura settimanale: lunedì
destinatari dell'ufficio
tutti i cittadini
costo di accesso/modalità di adesione all'Ente
Tariffe: ingresso alla Rocca a pagamento
Attività didattiche: visite guidate e laboratori didattici su prenotazione, tel. 0374 83188
Attività didattiche: visite guidate e laboratori didattici su prenotazione, tel. 0374 83188
Il Museo è ospitato all’interno della splendida cornice architettonica della Rocca Sforzesca di Soncino. Nato al fine di garantire un’adeguata collocazione alla ricca collezione che si è andata formando nel corso degli anni grazie alle raccolte di superficie del locale Gruppo Archeologico, e alle indagini condotte dalla Soprintendenza Archeologia della Lombardia, ha una forte connotazione territoriale. Il patrimonio attuale del museo ammonta a diverse centinaia di reperti presentati attraverso un percorso cronologico e tematico articolato in diverse sezioni, dalla Preistoria fino al XVII secolo inoltrato. La scelta della sede espositiva si rivela particolarmente adeguata per le caratteristiche dell’edificio, palinsesto strutturale e simbolo storico della città.
Pregevole la sezione dedicata alla seconda età del Ferro che si caratterizza per la presenza di splendidi corredi celtici di armati databili alla metà del III secolo a.C.; alla fase più recente della medesima epoca si collocano invece le sepolture di Isengo (fine II- metà I secolo a.C.), testimoni dei contatti culturali tra le popolazioni celtiche stanziate in loco e i nuovi coloni giunti a seguito alla conquista della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. Il processo di romanizzazione si coglie nei corredi di Isengo dalla presenza oltre che di armi defunzionalizzate a scopo rituale, di elementi tipicamente celtici accostati a oggetti già pienamente romani. Particolare il caso della tomba 6, forse infantile, che si distingue per la presenza, accanto alle armi tipiche del guerriero celtico, di oggetti d'ornamento femminili e di un corredo ceramico prodotto in scala ridotta.
L’età Romana è documentata dai numerosi reperti recuperati in località Bosco Vecchio a Gallignano, uno tra i pochi siti a continuità abitativa dalla Preistoria all’età Romana della provincia di Cremona; l’esistenza di una villa rustica con annessi impianti per la fabbricazione di materiale laterizio (coppi, mattoni, embrici) è confermata dai numerosi marchi di fabbrica impressi, recanti i nomi dei produttori (F.P.Q., Q.DELLI, Q.VAL, Q.V.H., AVLI SALVI). E’ verosimile supporre che le fornaci di Bosco Vecchio producessero anche materiale ceramico: da qui infatti provengono diversi frammenti di una forma vascolare, al momento sconosciuta nel panorama delle forme ceramiche di epoca romana, denominata “piatto-vassoio tipo Gallignano”. Gli oggetti di vita quotidiana, gli ornamenti e i materiali pertinenti alla casa sono testimoni di un tenore di vita piuttosto elevato. L’abitato, non indagato in estensione, risulta attivo dalla metà del I secolo a.C. fino al II secolo d.C., momento in cui si verifica l'abbandono generale dell'area.
Il percorso di visita si chiude con una sala dedicata al Borgo e alla Rocca Sforzesca; qui trova spazio una ricca selezione di ceramiche rinascimentali recuperate durante gli interventi di pulitura e sgombero dei bastioni delle mura e dei cunicoli che da queste si dipartono verso l’interno del borgo. Il repertorio delle forme ceramiche e delle decorazioni è molto ampio e comprende manufatti inquadrabili in un arco cronologico di tre secoli, dalla metà del XV fino al XVII secolo inoltrato. Le raffigurazioni spaziano da semplici motivi geometrici e floreali, a scene figurate più complesse a tema amatorio, con simboli religiosi (IHS) o politici che celano significati simbolici complessi e di difficile lettura. Non mancano neppure scodelle di dotazione individuale con incise le iniziali del nome e i contrassegni personali del proprietario.
Pregevole la sezione dedicata alla seconda età del Ferro che si caratterizza per la presenza di splendidi corredi celtici di armati databili alla metà del III secolo a.C.; alla fase più recente della medesima epoca si collocano invece le sepolture di Isengo (fine II- metà I secolo a.C.), testimoni dei contatti culturali tra le popolazioni celtiche stanziate in loco e i nuovi coloni giunti a seguito alla conquista della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. Il processo di romanizzazione si coglie nei corredi di Isengo dalla presenza oltre che di armi defunzionalizzate a scopo rituale, di elementi tipicamente celtici accostati a oggetti già pienamente romani. Particolare il caso della tomba 6, forse infantile, che si distingue per la presenza, accanto alle armi tipiche del guerriero celtico, di oggetti d'ornamento femminili e di un corredo ceramico prodotto in scala ridotta.
L’età Romana è documentata dai numerosi reperti recuperati in località Bosco Vecchio a Gallignano, uno tra i pochi siti a continuità abitativa dalla Preistoria all’età Romana della provincia di Cremona; l’esistenza di una villa rustica con annessi impianti per la fabbricazione di materiale laterizio (coppi, mattoni, embrici) è confermata dai numerosi marchi di fabbrica impressi, recanti i nomi dei produttori (F.P.Q., Q.DELLI, Q.VAL, Q.V.H., AVLI SALVI). E’ verosimile supporre che le fornaci di Bosco Vecchio producessero anche materiale ceramico: da qui infatti provengono diversi frammenti di una forma vascolare, al momento sconosciuta nel panorama delle forme ceramiche di epoca romana, denominata “piatto-vassoio tipo Gallignano”. Gli oggetti di vita quotidiana, gli ornamenti e i materiali pertinenti alla casa sono testimoni di un tenore di vita piuttosto elevato. L’abitato, non indagato in estensione, risulta attivo dalla metà del I secolo a.C. fino al II secolo d.C., momento in cui si verifica l'abbandono generale dell'area.
Il percorso di visita si chiude con una sala dedicata al Borgo e alla Rocca Sforzesca; qui trova spazio una ricca selezione di ceramiche rinascimentali recuperate durante gli interventi di pulitura e sgombero dei bastioni delle mura e dei cunicoli che da queste si dipartono verso l’interno del borgo. Il repertorio delle forme ceramiche e delle decorazioni è molto ampio e comprende manufatti inquadrabili in un arco cronologico di tre secoli, dalla metà del XV fino al XVII secolo inoltrato. Le raffigurazioni spaziano da semplici motivi geometrici e floreali, a scene figurate più complesse a tema amatorio, con simboli religiosi (IHS) o politici che celano significati simbolici complessi e di difficile lettura. Non mancano neppure scodelle di dotazione individuale con incise le iniziali del nome e i contrassegni personali del proprietario.